CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO
MUSEO ANNO ZERO. OPERE RECUPERATE
(1919 – 1923)

Tre vagoni ferroviari contenenti il patrimonio artistico riscattato nei musei austriaci hanno finalmente varcato la frontiera… in uno dei vagoni sono contenute le opere d’arte del Trentino che quanto prima saranno esposte nel Museo nazionale al Castello del Buonconsiglio.

DAL 2 DICEMBRE AL 05 MAGGIO 2024

Inaugurazione 1 dicembre ore 17.00

In questo poche righe di un significativo articolo pubblicato dal quotidiano “Il Nuovo Trentino” il 31 ottobre 1921 si annuncia il primo successo di una lunga e delicata missione iniziata al termine del primo conflitto mondiale. Ma facciamo un passo indietro. Il 10 settembre 1919, a quasi un anno dalla fine della Grande Guerra, viene firmato il trattato di Saint Germain che ufficializza il passaggio del Trentino Alto Adige, dopo secoli di dominio asburgico, al Regno d’Italia. Si apre così una delicata partita relativa al patrimonio d’arte e di storia, sia pubblico che privato, che era nel nostro territorio ma che nel corso dell’Ottocento e durante gli anni del conflitto era stato portato in Austria e nei possedimenti dell’impero. Il recupero di questi beni culturali vide come uno dei grandi protagonisti Giuseppe Gerola allora Soprintendente ai Monumenti della Romagna e per sua volontà trasferitosi a Trento in qualità di responsabile della struttura di tutela e conservazione del patrimonio artistico nonché primo direttore del museo Castello del Buonconsiglio inaugurato ufficialmente nell’aprile del 1924. Animato dal desiderio di riavere e recuperare queste testimonianze di origine “trentina” Gerola, personaggio che dopo il film di George Cloney potremmo definire come il nostro “monuments man”, iniziò un intenso lavoro che si concluse nel 1923 e che portò al rientro in regione di molti beni artistici, bibliografici e archivistici. Portò al Castello del Buonconsiglio alcuni tra i pezzi più importanti delle attuali collezioni – il rarissimo Evangeliario del V secolo su pergamena color porpora, il Sacramentario Udalriciano del 1042, i sei Codici musicali trentini del XV secolo un “unicum” al mondo, la Fontanella madruzziana in bronzo, reperti archeologici da numerose località come Civezzano e il Doss Trento, decine di codici ei più importanti documenti archivistici del Principato vescovile ora conservarti all’Archivio di Stato di Trento.

Questa mostra intitolata “Museo Anno Zero. Opere Recuperate 1919-1923” curata da Laura Dal Prà e Claudio Strocchi, intende presentare all’attenzione del pubblico un’accurata selezione di questo variegato patrimonio culturale riportato nella sua terra d’origine dopo una lunga fase di dispersione innescata da precise ragioni d’ordine storico e culturale. Grazie all’opportunità di osservare una significativa rappresentanza di testimonianze documentarie e figurative nelle sale del Castello del Buonconsiglio, negli stessi anni oggetto di una frenetica attività di recupero dell’edificio, i visitatori potranno scoprire un capitolo poco conosciuto della nostra storia e riconsiderare il passato con i corretti strumenti critici. Proprio in virtù delle tematiche affrontate la mostra viene a costituirsi quale prima ‘tappa di avvicinamento’ all’articolata programmazione delle iniziative volte a celebrare il Centenario del museo nel 2024, dal momento che un’importante quota del materiale rivendicato da Giuseppe Gerola confluì poi stabilmente nelle raccolte destinate all’erigendo Museo Nazionale – inaugurato il 27 aprile 1924 –, ora conosciuto con l’attuale denominazione di Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali: un avvenimento fondamentale per la configurazione dell’attuale patrimonio culturale conservato e valorizzato nel nostro territorio, che tra l’altro coincide nel corrente anno con l’altrettanto importante ricorrenza dei cinquant’anni dall’attuazione del passaggio di competenze del settore culturale dallo Stato alla Provincia autonoma di Trento per effetto del secondo Statuto di autonomia (1973/1974). L’iniziativa si poggia ovviamente sull’ampia raccolta di manufatti giunti al Castello del Buonconsiglio all’indomani del loro recupero, ma si avvale altresì della collaborazione delle principali istituzioni culturali del territorio con prestiti dall’Archivio di Stato, dalla Fondazione Museo Storico, da alcune parrocchie trentine, nonché del supporto conservativo assicurato dalla Soprintendenza per i beni culturali.