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STANZA DI OLINDA
L’angusto ambiente, ricavato in uno dei punti più alti del castello, è tradizionalmente indicato come il luogo in cui fu rinchiusa e consumata dal “mal d’amore” Olinda, protagonista di una delle leggende più popolari del Trentino, ma forse da identificarsi con la nobile Maria Elisabetta Thun. La volta del soffitto è decorata con motivi che rimandano al tema dell’Amore contrastato ma non vinto, ispirato alla tormentata passione amorosa della giovane: briglie d’amore, cuori ardenti e diverse specie floreali dal significato simbolico. |
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SALA DELLA COLONNA
Austera e suggestiva, la Sala della colonna è così denominata per il robusto pilastro centrale in pietra. Ricavata alla base di una torre medievale, costituiva, assieme a un altro caseggiato compreso in una cinta muraria, il nucleo originario dell’edificio: si tratta probabilmente della casa murata eretta dai fratelli Rodolfo, Enrico e Arnoldo di Cagnò su concessione del principe vescovo intorno al 1235. |
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SALA MAGNA
Ampio ambiente di rappresentanza, la sala è anche detta “degli erker” per la presenza dei due sporti che la rendono elegante e luminosa, ingentilendo e movimentando al contempo la facciata esterna. La sua realizzazione si inserisce tra gli interventi promossi dai Thun a partire dai primi decenni del Cinquecento per ridefinire la loro residenza. Alla stessa epoca risale la sistemazione del contiguo corridoio, decorato da un fregio affrescato con figure di sirene. |
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STUBE DEL CONTE E STANZA DELLA CONTESSA
Ricavato nell’antica torre del castello, l’ambiente, elegante e discreto, conserva un pregevole rivestimento ottocentesco in legno di abete, dipinto a tempera con delicati motivi a stampo di ispirazione vegetale, secondo il tradizionale modello della stube trentino-tirolese, completato anche dalla presenza di una stufa in maiolica. Comunica con la Stanza della contessa, un ambiente intimo e misurato, forse da identificarsi con la Frauenzimmer, una camera a vocazione femminile, più volte citata nei documenti. |
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STANZA DEL FREGIO AZZURRO
Raggiungibile salendo l’imponente scala a chiocciola in pietra, rinnovata nel 1571, il secondo piano è articolato in una serie di stanze, probabilmente con funzione privata. Molti ambienti conservano ancora le tracce della decorazione pittorica cinquecentesca, come la grande sala d’angolo ornata da un fregio a grottesche monocrome su sfondo azzurro. |
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