FRANCESCO ALBERTI POIA

(1610-1689; P.V. 1677-1689)

Compie gli studi in Germania e a Roma, dove consegue la laurea in teologia. Tornato a Trento, il Principe Vescovo Carlo Emanuele Madruzzo lo nomina vicario generale e suo personale consigliere. In veste di vicario generale Alberti Poia fa erigere l’altare dell’Immacolata nel coro del Duomo (di cui rimangono solo due statue) e commissiona, sempre per la Cattedrale, una serie di dipinti, andati purtroppo perduti, raffiguranti storie di San Vigilio. Nominato Principe Vescovo all’età di 67 anni, si fa promotore di importanti interventi artistici: intorno al 1678 commissiona una cappella, ora distrutta, dedicata a San Pio V nella chiesa di S. Lorenzo; fa apporre in S. Maria Maggiore un fastigio in stucco destinato all’urna di San Clemente; nel 1682 promuove in Duomo l’edificazione della Cappella del Crocefisso, per la quale lavora l’artista Giuseppe Alberti; infine realizza, fra il 1686 e il 1688, la Giunta Albertiana, corpo di fabbrica che raccorda Castelvecchio con il palazzo cinquecentesco di Bernardo Cles.
Uomo di lettere oltre che di Chiesa, è membro dell’Accademia degli Accesi che, sotto il suo governo, riceve nuovo impulso.