Calamaio a forma di Granchio
Con le chele aperte, in posizione d’attacco, la statuetta in bronzo non è la semplice riproduzione di un granchio ma è un calco dal vero, realizzato versando il bronzo fuso in uno stampo modellato direttamente sull’animale svuotato prima delle interiora. Allo stesso tempo l’opera è un oggetto d’uso: la parte superiore del carapace è fusa separatamente e fissata al corpo con una cerniera, fungendo da coperchio allo scomparto che conteneva il polverino, la finissima sabbia o limatura di ferro che veniva cosparsa sopra uno scritto a penna per asciugare l’inchiostro. Anche rane, rospi, chiocciole, molluschi, lucertole e serpenti erano usati come calchi per fusioni di questo tipo. Prodotti soprattutto in area padovana, i bronzetti ottenuti da modelli naturali sono un esempio della cultura umanistica quattrocentesca. L’esemplare fa parte della collezione Taddeo Tonelli, ufficiale trentino dell’Impero Austro-ungarico che nel 1858 lasciò la propria raccolta al Municipio di Trento.