Mobili
Le collezioni di mobili e manufatti d’arredo del Castello del Buonconsiglio e delle altre sedi sono le più varie e con le più diverse provenienze. Acquisto recente è quello relativo alla Cassapanca da viaggio di Bernardo Cles, con le sue insegne, datato 1539, mentre appartengono agli arredi storici del Buonconsiglio le specchiere risalenti agli acquisti di Alberti d’Enno. Alcuni altri oggetti sono il frutto di fondi storici giunti nelle collezioni provinciali, come lo straordinario Stipo di Hans Rumpfer e Josef Predy del 1609 per la casa dei Wolkenstein. Ricca è la raccolta di forzieri conservata a Castel Stenico, così come gli arredi di diverse epoche, conservate a Castel Thun.
Tessili
La collezione del Castello del Buonconsiglio possiede significativi esempi dell’arte tessile, e si compone di ricami, tessuti in lana, tessuti in seta, paramenti liturgici completi, paliotti, vesti ed altri oggetti. Parte fondamentale di tale raccolta è rappresentata dalla Collezione Lorenzo Viesi di Cles, acquisita alle collezioni provinciali nel 1992-1993. Tale raccolta in particolare ammonta a circa 2.300 esemplari, nonché di una raccolta di fiocchi, frange, bordure, pari a circa 4.600 pezzi. Particolarmente significativi sono i velluti veneziani della metà del Quattrocento e i damaschi gros de Tours broccati di Seicento, nonchè pianete o parati lionesi o veneziani del Settecento.
Armeria
Le raccolte di armi risalenti all’epoca medioevale e moderna che fanno parte delle collezioni storico-artistiche e archeologiche custodite per lo più nel Museo del Castello del Buonconsiglio sono esposte per lo più nel contesto monumentale di Castel Beseno.Si tratta di manufatti di cui in parte è noto il luogo di ritrovamento o l’originaria collocazione in castelli o siti del territorio trentino e in parte di provenienza ignota. Fra questo insieme di elementi di armamento offensivi e difensivi, riferibili a un arco di tempo esteso dal X al XVIII secolo, insieme a tipologie d’uso corrente, maggiormente rappresentate, spiccano per rarità esemplari come la straordinaria manopola pertinente agli inizi del XV secolo, le lamelle di una brigantina del XIV secolo e inoltre i resti di una manopola a clessidra dello stesso periodo. Di pregevole fattura risultano infine alabarde da palazzo e il morione con le imprese della famiglia Spaur.
Suppellettili
Il Castello del Buonconsiglio possiede anche una serie di oggetti, di varia natura e tipologia, che rientrano nel ricco patrimonio delle arti applicate: suppellettili, porcellane, ventagli, vetri lattimi, dal Quattrocento all’Ottocento. Particolarmente significativi ad esempio il calice in vetro lattimo, di manifattura muranese del Quattrocento, e il piatto in vetro, pure muranese, provenienti dalla collezione Tonelli. Rari e preziosi i fermagli in bronzo e smalto traslucido di oreficeria padovana di Settecento, così come le placchette in avorio con la storia di Giasone e Medea della bottega degli Embriachi (fine Trecento-inizio Quattrocento). Così particolarmente interessante il gruppo di tabacchiere di Settecento e primo Ottocento, con esemplari in porcellana di Meissen e le raspe in avorio dello stesso periodo. Il museo conserva ugualmente una preziosa collezione di formelle e stufe in maiolica, varie per tipologia, provenienza ed epoca. La stufa in maiolica costituiva un efficace sistema di riscaldamento, diffuso soprattutto nell’area germanica e tirolese già a partire dal Medioevo. S
Campane
Durante la prima Guerra Mondiale, per iniziativa del governo austriaco, quasi tutte le campane presenti nel territorio trentino vengono requisite e trasportate in Austria con lo scopo di fonderle e utilizzare il metallo per fini bellici. Alcune di esse furono successivamente restituite alle comunità di origine dal soprintendente Giuseppe Gerola, altre ancora entrarono a far parte di una raccolta posseduta dalle collezioni provinciali e in buona parte esposta presso il Castello di Stenico.
Le campane più antiche della raccolta – e del territorio trentino – risalgono al Trecento: sono di piccola fattura e di forma allungata, prive di fregi ornamentali. I bronzi databili tra il Quattrocento e il Cinquecento riportano iscrizioni e invocazione di carattere sacro, decorazioni ornamentali – fregi floreali e vegetali, putti, angeli – e scene sacre, la Madonna con Bambino, la Crocifissione, figure di santi. Le campane del Settecento si arricchiscono di iscrizioni, ornamenti ed elementi decorativi “presi dal vero”, come la foglia di salvia, pianta a cui erano attribuite proprietà benefiche e addirittura miracolose, tali da trasformarla in un simbolo di salvezza e di vita eterna.