Fontanella Madruzziana
Durante una battuta di caccia, il giovane Atteone entrò in una grotta e per caso vide Diana mentre faceva il bagno in un laghetto. Irritata per l’intrusione, la dea schizzò il giovane tramutandolo in cervo. E come cacciatore vestito all’antica con testa di cervo Atteone è raffigurato alla sommità del manufatto in bronzo che costituiva la colonna di una fontana di cui è andato perso il bacino di raccolta. Oltre ad essere decorativa, la statuetta è anche funzionale: l’acqua fuoriusciva dalla bocca dell’animale, così come da pertugi delle altre figure (muse, sirene con ippocampi, mascheroni, delfini) creando un gioco di zampilli che rispecchia la tipologia di fontane del primo Manierismo. Anche la tematica è pertinente alla funzione dell’oggetto: il mito di Atteone evoca infatti una fonte di acqua pura, degna di una dea. Lo stemma della famiglia Madruzzo posto sul basamento dichiara la provenienza trentina della fontana, trasferita nel castello di Ambras nel XIX secolo e recuperata da Giuseppe Gerola nel primo dopoguerra.