SCULTURA
La scultura in museo parla attraverso diversi materiali. Dalle chiese e dai palazzi trentini arrivano la maggior parte dei manufatti lapidei, che coprono un arco temporale dall’alto medioevo alla fine del Settecento. La collezione di scultura lignea testimonia un’arte che raggiunge nell’area alpina livelli di eccellenza, fondendo suggestioni nordiche, lombarde e venete. Un nucleo di grande importanza è infine quello dei bronzetti e delle placchette rinascimentali, espressione della passione antiquaria e della perizia raggiunta dagli artisti in questo ambito sospeso tra arte scultorea e oreficeria..
Scultura lapidea
Le opere oggi esposte, collocate all’interno degli antichi e suggestivi ambienti di Castelvecchio direttamente scavati nella roccia, provengono dalle principali chiese e dai palazzi trentini e sono comprese tra l’alto medioevo e la fine del Settecento: costituiscono un’avvincente pagina di storia dell’arte e un’affascinante testimonianza delle trasformazioni della città e del suo circondario in mille anni di storia.
Oltre alla collezione lapidaria, va ricordata la presenza di eccezionali busti in marmo realizzati dal più importante scultore manierista attivo in Nord Italia, Alessandro Vittoria (Trento, 1525 – Venezia, 27 maggio 1608), come il busto di Lorenzo Cappello; e opere di Cornelis Van der Beck, uno scultore di origine fiamminga presente a Trento fra anni settanta e ottanta del Seicento, attivo per il principe vescovo Francesco Alberti Poja.
Scultura lignea
Sono opere realizzate da artisti di diversa provenienza che rivelano di volta in volta le suggestioni del Nord o le influenze della Lombardia e del Veneto, interpretando le due anime che da sempre convivono in quest’area geografica, al confine tra l’Italia e l’Impero. Tra le tipologie più diffuse sono quelle delle Schöne Madonna – Vergini stanti con il Bambino, che richiamano modelli di origine gotica e nordica – e quelle delle sculture e rilievi che, insieme a tavole dipinte, andavano a comporre il così detto Flügel Altar, o altare a portelle: maestri attivi nell’area del Tirolo storico e rappresentati nelle collezioni del museo sono Hans Klocher, Jörg Arzt. Egualmente tradisce i propri legami con la cultura nordica il non ancora identificato Monogrammista H.R., autore del complesso di sculture lignee dell’altare proveniente dalla Chiesa di Besenello e commissionato da Oswald Trapp nel 1556. Nel Cinquecento si registrano però altre presenze come dall’area veronese e bresciana: Maffeo Olivieri, è uno dei maestri più dotati. La tradizione della scultura lignea di impronta nordica prosegue con influenze differenti per i secoli successivi, trovando esempi straordinari anche nel Seicento (Madonna del Canton).
Bronzetti
Quale raffinata espressione di una passione antiquaria, la raccolta conserva esemplari di grande interesse, come il torso di Venus pudica, il calamaio a forma di granchio, la delicata Testa di fanciullo, attribuita a Simone Bianco (1525 circa), nonché il bronzetto con Venere che castiga Amore, attribuito a Niccolò Roccatagliata (1560 circa-1636).
Tra le placchette si segnalano opere del Moderno (1467-1528), la rara composizione con Sansone distrugge il palazzo dei Filistei (1500 circa) e l’ovale con l’Adorazione dei pastori di Valerio Belli (terzo decennio del XVI secolo).
Disclaimer e copyright
Il catalogo on line permette di esplorare una selezione - in continuo incremento - delle opere che costituiscono il patrimonio museale. La catalogazione delle collezioni, svolta da storici dell’arte, archeologi ed esperti dei vari settori, è tutt’ora in corso.
Per approfondimenti ed informazioni di carattere scientifico è possibile contattare i conservatori del museo all’indirizzo info@castellodelbuonconsiglio.tn.it.
La richiesta di materiale fotografico andrà inoltrata all’Archivio Fotografico (archivio.fotografico@castellodelbuonconsiglio.tn.it), che provvederà a comunicare le condizioni di utilizzo e a fornire la necessaria modulistica.
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