Castello del Buonconsiglio

09 Marzo – 13 Maggio 2007 |

Offre un taglio insolito sull’arte in Trentino- Alto Adige la bella mostra-omaggio che Trento, dopo la sede espositiva di Bolzano, dedica a Nicolò Rasmo, soprintendente delle Province di Trento e Bolzano, direttore di musei – il Civico di Bolzano e quello del Buonconsiglio di Trento – e, soprattutto, studioso che amava definirsi “”cultore delle belle arti, conservatore per vocazione””.

Trascorrendo un paio d’ore al Castello del Buonconsiglio di Trento studiosi, appassionati d’arte, turisti, viaggiatori di passaggio potranno intraprendere un percorso insolito, curioso e intrigante fra le tante opere artistiche presenti in mostra per comprendere cosa significhi lavorare “”per l’arte””. Potranno infatti scoprire quanto Nicolò Rasmo fece prima e dopo la Seconda Guerra mondiale per tutelare, recuperare e conservare il patrimonio artistico locale. Una difesa che fu costellata di battaglie anche molto dure, come quella per riottenere le tavole di Hans Multscher tolte da Hermann Göring a Vipiteno e conservate dopo la guerra a Palazzo Vecchio (Firenze) o quella contro la speculazione edilizia degli anni ’60. Interessante sarà poi scoprire – tanto per fare alcuni esempi – che dopo i bombardamenti fu Rasmo a trasportare con la carriola preziosi resti della chiesa dei Domenicani al Museo Civico, quanto si impegnò per ricostruire l’abside romanico della chiesa di Lasa cercandone i pezzi in tutto il paese, come nella chiesa di S. Maddalena a Bolzano riuscì a recuperare gli affreschi trecenteschi di scuola tedesca sottostanti a quelli giotteschi.

Curata dalla direttrice dell’Ufficio Servizi Museali e Storico-Artistici, Silvia Spada, che di Rasmo fu collaboratrice, “”Per l’arte. Nicolò Rasmo (1909-1986)”” è suddivisa in quattro sezioni: biografia, attività di studio, attività di restauro e di tutela, conversazioni. Se le prime tre propongono opere studiate, restaurate o acquistate da Rasmo nonché appunti, libri, riviste, articoli di giornali, fotografie, lettere, conversazioni presenta cinque opere che sarà Nicolò Rasmo stesso a illustrare. Come? Attingendo ad alcune trasmissioni radiofoniche che, prodotte dalla sede Rai di Bolzano, sono andate in onda fra il 1975 e il 1986, uno dei tanti strumenti con cui Rasmo divulgava le proprie conoscenze e l’amore per l’arte.

Fra l’interessante e pregevole materiale in mostra, una statua lignea e una portella d’altare di Michael Pacher risalenti al 1470-1480, la lastra di pluteo della chiesa di San Benedetto di Malles (IX sec), l’autoritratto di Antonio Longo (1770), il ritratto di Sophie de Witt eseguito da Giovan Battista Lampi (1791), il ritratto che Pietro Annigoni donò all’amico Nicolò nel 1932.

Il percorso attraverso l’attività di un uomo, che definiva il proprio lavoro “”una vocazione””, è completato da un documentario che propone alcune testimonianze di persone che gli sono state vicine innestate su una vecchia intervista televisiva concessa da Rasmo alla RAI per il programma “”Difesa del patrimonio artistico””. L’intento è quello di restituire, almeno in parte, l’immagine di una persona che si è costantemente battuta, subendo anche dolorose sconfitte, per un solo interesse – quello della storia dell’arte – e di dimostrare il valore e l’attualità della sua eredità intellettuale. I suoi studi, contenuti in oltre 500 pubblicazioni, ancor oggi risultano infatti fondamentali, il materiale raccolto nei lunghi anni di lavoro è a disposizione di chiunque ne sia interessato alla Fondazione Rasmo-von Zallinger (Bolzano, via Portici 30 – www.comune.bolzano.it/cultura), le opere recuperate, scoperte, restaurate oppure acquistate sono visibili sull’intero territorio provinciale e nei suoi musei.